Ripensare l'insegnamento del tedesco

"Con l’apertura di AlpTransit e la prossima inaugurazione della galleria del Ceneri, oltre all’adesione alla Greater Zürich Area, il Ticino si avvicina ulteriormente alla Svizzera interna. Nonostante la sempre maggior importanza e l’utilizzo trasversale dell’inglese, la conoscenza della lingua tedesca rappresenta ancora un requisito base per tutti coloro che vogliono cimentarsi davvero nella realtà al nord delle Alpi o che ambiscono a posizioni di spicco all’interno di istituzioni o aziende elvetiche."

Con l’apertura di AlpTransit e la prossima inaugurazione della galleria del Ceneri, oltre all’adesione alla Greater Zürich Area, il Ticino si avvicina ulteriormente alla Svizzera interna. Nonostante la sempre maggior importanza e l’utilizzo trasversale dell’inglese, la conoscenza della lingua tedesca rappresenta ancora un requisito base per tutti coloro che vogliono cimentarsi davvero nella realtà al nord delle Alpi o che ambiscono a posizioni di spicco all’interno di istituzioni o aziende elvetiche. A livello di cifre l’Ufficio federale di statistica (UST) (2017) indica che il tedesco in Svizzera è la lingua principale con il 62,6%, seguita dal francese con il 22,9% mentre l’italiano rappresenta solo l’8,2%. La preminenza del tedesco rispetto al francese è quindi innegabile.
A mio avviso gli sforzi politici si devono concentrare nel creare le condizioni quadro per un apprendimento efficace del tedesco da parte dei nostri giovani. Ciò implica un anticipo nell’insegnamento della lingua germanica già in prima media, per esempio aumentando settimanalmente di 1 ora la griglia oraria degli alunni oppure togliere 1 ora alle lezioni di “legno/cucito”. Una soluzione più ambiziosa sarebbe quella di ripensare all’insegnamento del francese, visto che si inizia in terza elementare, ma poi si può già abbandonare in terza media. Non sarebbe forse meglio fare in modo che la lingua straniera che si inizia alle scuole elementari vada insegnata obbligatoriamente fino al termine delle scuole medie? Un’inversione del tedesco con il francese nell’insegnamento nelle scuole, anche se radicale rispetto al sistema attuale e che pone delle problematiche per le competenze dei docenti di scuola elementare, sarebbe per i nostri giovani lo strumento più efficace per apprendere meglio la lingua. Alle scuole superiori, sempre più istituti dovrebbero offrire delle lezioni/programmi bilingue per dare la possibilità ai giovani di migliorarsi ancor di più oltre di promuovere attivamente delle settimane/semestri di scambio con i cantoni d’Oltralpe.
Il Consiglio di Stato sostiene che "dal punto di vista pedagogico la prossimità linguistica e culturale tra francese e italiano contribuisce a creare nell'allievo un vissuto positivo nella sua esperienza di approfondimento”, tuttavia la presunta maggior facilità del francese non giustifica a livello di sbocchi futuri per i nostri giovani un’egemonia sul tedesco.
In conclusione, una conoscenza del tedesco per i giovani ticinesi non rappresenta solo uno strumento per avere delle concrete possibilità lavorative in Svizzera interna, oltre che in Ticino per diversi settori (turismo, servizi, finanziario) ma un vantaggio competitivo nei confronti dei frontalieri e infine un elemento fondamentale nella coesione nazionale. Urge quindi un cambiamento.

Aleksandar Pagani (Master of Science in Economics, USI), candidato al consiglio comunale di Stabio.